Sono circa 2 milioni le persone che in Italia hanno avuto nella loro vita un tumore e molte di esse sono oggi “malati cronici”.
La “qualità di vita” è molto importante per tutte loro laddove si avverte la priorità imprescindibile di ritornare alla vita “prima della malattia” e di poter convivere con la patologia nascondendo i segni che mostrano al mondo i traumi causati dal cancro.
[In foto un caso di atrofia ungueale post chemioterapia prima e dopo il trattamento onicoresina.]
Da qui nasce la necessità di una presa in carico del paziente non solo dal punto di vista oncologico, ma a 360 gradi con un approccio multidisciplinare e specialistico. Il lavoro d’equipe è molto importante poiché consente di intervenire in maniera globale, nel migliore dei modi, grazie alla sinergia di vari specialisti.
Il lavoro dell’oncologo è quindi coadiuvato dal contributo di professionisti con un’adeguata formazione oncologica: psicologi, dermatologi, cosmetologi, podologi, fisioterapisti, estetisti, parrucchieri ecc.
Tra gli effetti collaterali più frequenti in pazienti oncologici rivestono un ruolo determinante le patologie dermatologiche a cute e annessi cutanei (incluse le unghie), che rappresentano anche le patologie più evidenti e visibili per il mondo che ci circonda: a casa, in famiglia, al lavoro o con gli amici.
I farmaci antineoplastici non sono selettivi e quindi non danneggiano esclusivamente le cellule neoplastiche, ma anche le cellule sane. Quest’aggressione alle cellule sane dell’organismo causa una serie di effetti tossici, soprattutto verso i tessuti normalmente proliferanti, come cute, mucose ed annessi cutanei: la conseguenza a tutto ciò è un danno a livello cutaneo e dei suoi annessi, consistente in una serie di alterazioni dermiche che possono divenire anche fortemente invalidanti.
Oltre a provocare un serio disagio legato al cambiamento estetico della propria immagine tali alterazioni dermiche, se non trattate, divengono vere e proprie patologie dermatologiche secondarie: ad es. le patologie che colpiscono mani e piedi comportando difficoltà all’uso delle mani, a camminare e dolore anche di notte.
Gli obiettivi terapeutici del podologo sono tutti rivolti al miglioramento della qualità di vita del proprio paziente, a dare un contributo non invasivo alla sua salute, finalizzati anche all’accettazione della propria condizione di vita, alla prevenzione ed al trattamento delle patologie secondarie determinate dal farmaco antineoplastico.
È consigliabile effettuare un primo incontro col Podologo prima dell’inizio del trattamento antineoplastico: il Podologo effettuerà un’attenta anamnesi, coadiuvata da un esame obiettivo del piede, con lo scopo di evidenziare una pregressa o attuale problematica cutanea e/o ai suoi annessi.
L’Esame Obiettivo del Piede (EOP) viene eseguito in statica ed in dinamica e ha l’obiettivo di valutare la preesistenza di patologie o alterazione dermatologiche, vascolari e osteoarticolari del piede. L’esame obiettivo fuori carico è fondamentale per valutare, alla palpazione e visivamente, la presenza di anomalie fisiologiche di cute e annessi cutanei.
In assenza di segni e sintomi è necessario istruire il paziente riguardo la possibilità di complicanze e quindi effettuare un’idonea prevenzione seguendo le linee guida precauzionali in base al farmaco somministrato.
In caso invece di presenza di patologie, dopo una corretta valutazione, effettuare l’idoneo trattamento e seguire il paziente fino alla totale guarigione per un’efficiente gestione del trattamento antineoplastico.
Ricordiamo che qualora venga raggiunta una tossicità dermatologica farmaco-indotta di grado 3 o 4 è necessaria la sospensione del trattamento chemioterapico fino a riduzione di tale tossicità.
Il podologo oncologico può svolgere quindi il ruolo di educatore e riabilitatore, favorendo lo svolgimento della terapia e minimizzando le tossicità localizzate al piede, con interventi specifici. Tali tossicità risultano essere un aspetto assai rilevante per il benessere psico-fisico del paziente e per favorire il continuo ciclo chemioterapico.
È di fondamentale importanza un monitoraggio continuo del paziente, per evidenziare precocemente la comparsa di eventuali patologie e poter intervenire nel più breve tempo possibile, in modo da ridurre i danni farmaco-indotti.
La figura del podologo interviene in fase di prevenzione, trattamento e riabilitazione per consentire al paziente di curare la propria immagine in modo corretto e conforme alla terapia oncologica.
Il piede ha una forte valenza estetica, soprattutto per le donne che amano indossare i sandali curando piedi e unghie con smalti colorati. Non aver più un piede così ben curato, può determinare un cambiamento traumatico nell’immagine della persona con conseguenti risvolti psicologici e di recupero funzionale.
La consulenza con il Podologo consente di avere unghie sane e cute ben idratata con importanti ripercussioni positive a livello psicologico, per un percorso di cura completo ed efficace che consente di mostrare il proprio look in totale sicurezza.
Laureata in Scienze e Tecniche Cosmetologiche e in Podologia.
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